Per me la casa è un luogo sacro. Quando eravamo tutti produttivi e per lavoro ero fuori tutto il giorno, verso sera, agognavo il momento in cui sarei rientrata in casa. I miei spazi, le mie cose, mio marito che mi abbraccia, i nostri odori e i colori che abbiamo scelto insieme, tutto mi piace, mi infonde serenità, benessere e soprattutto sicurezza.
Ma è così per tutti?
In questo periodo di reclusione, tra tutte le difficoltà che abbiamo affrontato e che, in una certa misura, continuano a sussistere, c'è un aspetto che merita la massima attenzione.
Vi parlo qui di violenza domestica e violenza sulle donne, le quali statisticamente subiscono violenza in percentuale maggiore rispetto agli uomini. L'argomento è certamente complesso, e le dinamiche che possiamo incontrare entrando in una simile situazione possono essere le più varie. Gli aspetti certi e costanti sono la pericolosità e l'impossibilità di mettersi al sicuro. Della mia descrizione iniziale, viene meno la parte fondamentale: il vissuto emotivo e il bisogno di sicurezza.
Le cause della violenza possono essere molteplici e la violenza può coesistere con altre situazioni di disagio come la tossicodipendenza o un disagio economico e sociale. Le violenze possono essere fisiche o psicologiche, e qualora in casa ve ne siano, anche i bambini la subiscono; in concomitanza infatti vi può essere anche la violenza assistita da parte del minore. Lo scopo di questo articolo non è esaminare un fenomeno sociale assai complesso, perchè meriterebbe molte più attenzioni di quante ne possa dare in questi caratteri. Vorrei invece richiamare all'attenzione il fatto che abusi e violenze sulle donne succedono ogni giorno, in ogni luogo, e noi, in un ottica di ripresa, e come sostenitori del benessere, ne teniamo conto. Non è scontato abitare una casa sicura; non possiamo dedurre che il fenomeno si sia attenuato con l'obbligo di rimanere a casa, anzi è più probabile che abbia subito un'impennata. Possiamo immaginare che proprio il fatto di non poter evadere da un posto pericoloso, non avere uno spazio e un tempo di riparo, essere sotto costante controllo, funga da aumento del rischio. La quarantena, una convivenza più assidua, ha messo in pericolo la vita di molte donne, e molte vicende familiari hanno visto il loro epilogo nel femminicidio. Secondo i recenti dati divulgati dall'Istat, sono state 5031 le telefonate valide al numero 1522, il 73% in più rispetto allo stesso periodo nel 2019. Inoltre le denunce per maltrattamenti in famiglia sono diminuite del 43,6%, le denunce per omicidi di donne del 33,5% e risultano in calo dell'83,3% le denunce di omicidi femminili da parte del partner. Questi dati fanno emergere come l'isolamento da virus abbia isolato anche le situazioni tra le mura di casa e le abbia rese come invisibili.
Di per se il fenomeno è caratterizzato da una paura predominante di morire se si espone la situazione a chi di competenza; di per se, queste donne vivono in un circolo vizioso da cui da una parte non sanno venire fuori da sole, dall'altra sperano che qualcosa cambi con il tempo; da una parte chiedono aiuto, dall'altra lottano per la vita in silenzio.
Nella nostra pratica clinica, con il nostro fare umanistico, lavoriamo costantemente con le costrizioni del corpo e della mente; osserviamo persone rannicchiate nel proprio guscio che è la loro casa, che per esprimersi hanno poche parole a disposizione, che vivono di mezzi respiri di tanto in tanto e questa è la loro realtà. Il nostro obiettivo è spesso quello di portare il paziente verso l'autorealizzazione, uno stato in cui tutte le capacità creative, resilienti e spirituali sono potenziate a favore dell'Io, e all'autoaffermazione, uno stato in cui la persona si riconosce tale e difende la propria identità e la propria integrità. È un lavoro difficile per tutti, ma il primo passo è sempre quello di tendere una mano...
Se subisci violenza domestica, abusi fisici e psicologici, prima di tutto mettiti in sicurezza, e poi chiama il numero Anti - Violenza 1522.
Anche quando sembra tutto nero, c'è sempre una mano tesa verso di te!
Dott.ssa Chiara Lazzari
Psicologa Clinica – Psicoterapeuta
(Pomezia)
cell. 3407643157